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Un nome e un cognome:perché significano sempre qualcosa, hanno sempre
una storia da raccontare.
Un territorio: il mio. Perché molteplici sono le ragioni che mi hanno sostenuto
in questo cammino di ricerca e di conoscenza, tuttavia ce ne sono alcune
la cui logica solo le radici e il forte legame culturale ed emozionale che mi
legano a questa terra possono spiegare.
Un viaggio: alla ricerca di se, dei propri vissuti, delle proprie speranze, di un
modus vivendi più naturale, più vero e più intimo.
Un tuffo interiore in qualche memoria sepolta, magari ancestrale, sulle tracce
di una chiesetta in collina fra gli olivi e i cipressi, di una piccola borgata
agricola poi divenuta, con il passare dei secoli, città prospera e industriosa,
attorno alla quale si è sviluppata una civiltà ricca di genio e di cultura.
Una scelta: la qualità. Materie prime nobili, produzioni selezionate, cura per
i dettagli e professionalità di altissimo livello. Ma non solo: perché questi anni
mi hanno insegnato che non è sufficiente essere solo professionalmente
preparati per far scoccare la scintilla della bellezza e il brivido dell'emozione.
Certo, idee come questa che mi ha preso, pur permeate di dubbi e tuttavia
abbastanza fervide da mantenere fermo il proposito descritto, mi pare
nascano meglio che altrove qui in Toscana: con negli occhi il profilo di dolci
colline e incantevoli opere d'arte e di architettura, così vicine all'ideale della
bellezza; seduti sulle mura della città, esse stesse rive del fiume, fresco
amico di tramonti affocati e luogo ideale per raccontarsi; con i suoi forni, già
argomento di storie che ci arrivano fin dal medioevo, il cui profumo di pane
lievitato e di dolci biscotti invade l'aria pungente vicina all'alba.
Questo lavoro, inoltre, mi ha procurato una gioia che non poteva essere
rinviata ad altri tempi: la condizione elementare perché un uomo sia un
Uomo, infatti, non risiede nella scelta di un'ideologia o di un'altra, ma nel costruire un habitat nel quale la sua "umanità" possa essere esercitata e
nutrita di vicendevoli e umani rapporti, di conoscenza e di gratificazione
interiore.
Devo confessare che, qualche volta, questa scelta mi ha costretto a una
rincorsa, a una ricerca quasi affannosa, di luoghi, testi, opere, personaggi, e
alla scoperta della sensazione di non farcela.
Ma, proprio per questo non mi sono scoraggiato e mi sono detto: anche ad
altri, in fondo, un viaggio così potrebbe servire.
Claudio Martini |
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Il mio rapporto di storica dell’arte con l’editore Claudio Martini, iniziato come autrice, si è consolidato negli anni su progetti editoriali diversi, nella condivisione di idee e sensibilità percepite nello stile di lavoro prima ancora che dichiarate.
Un incontro fra professionalità e persone con la comune vocazione ad occuparsi di arte, di cultura e tradizioni del nostro territorio, accompagnata dalla costante ricerca della qualità in ogni aspetto della realizzazione di un prodotto editoriale.
Mi piace contribuire a creare libri “belli”, pensati con rigore scientifico e cura artigianale dei materiali e dei dettagli, dove la bellezza, come nella cultura dell’antica Grecia, non è solo un valore estetico, pur imprescindibile quando si parli di arte, ma anche etico e morale: sia che si tratti di capolavori dipinti che di prodotti della tradizione culinaria, questo significa ricchezza e scientificità dei contenuti e spazio alla ricerca ed agli studiosi specialisti dei vari argomenti; chiarezza del linguaggio e qualità delle immagini per comunicare con un vasto pubblico e leggere con occhi nuovi la realtà che ci circonda; ingresso, insieme ad altri soggetti, nel circolo virtuoso della valorizzazione dell’arte e della cultura di questo territorio così ricco di storia, con l’ambizione di contribuire anche a conservarlo.
In un tempo in cui le nuove tecnologie ci aiutano a creare sempre meglio ma lasciano spazio anche a un’invasione di superficialità, ad una saturazione di immagini e parole, trova spazio il mio lavoro scientifico, nel “viaggio” condiviso con altri che ha alla meta questa idea di “bellezza” di un oggetto come il libro, da sempre seme di civiltà.
Nadia Bastogi
Consulente scientifica
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Da sempre l'Uomo si interessa al 'bello', alla forma e alla decorazione di ciò che lo circonda, fin dai tempi dei primi graffiti sulle rocce, dimostra di interessarsi all'arte.
Forse, questo suo interesse per l'estetica non è altro che una forma di esprimere se stesso o di voler lasciare un segno del suo breve passaggio su questa Terra: lasciare una testimonianza ai posteri, un segno, un punto di partenza da cui ripartire.
A noi, il compito di raccogliere questi 'segni', conservarli, tenerne memoria e farli conoscere,per diffondere conoscenza e cultura.
Il lavoro di un editore di libri d'arte è questo: far da punto di riferimento per una sorta di raccolta di testimonianze e frammenti di storia da raccontare e far appassionare i lettori, coinvolgerli nel suo viaggio di conoscenza.
E' per me un'appassionante sfida occuparmi del marketing di questi testi, perché è un confronto quotidiano con la nostra storia passata, ma soprattutto con un 'progetto culturale', con orizzonti ben più ampi di quelli tracciati dal singolo libro.
Riscoprire il nostro passato e le nostre tradizioni è utile per valorizzare Passato e Presente e trovare nuovi spunti per il lavoro Futuro.
Credere nel 'progetto cultura' significa condividere la volontà di una presenza nella storia futura del nostro territorio, un voler lasciare un segno del nostro passaggio.
Questo cammino condiviso dal nostro team di lavoro, viene affiancato da un importante ruolo che è rappresentato dai nostri partners, enti pubblici o privati. Tali realtà condividono con noi lo spirito di valorizzazione del territorio e di diffusione della cultura, credono nel ruolo sociale della propria struttura come un modo per lasciare un segno nella società in cui operano.
Simona Cherubini
Responsabile Marketing
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